Scoregge sotto vuoto
Il Pistellacci, durante i suoi soggiorni estivi in località Fregnasecca, presso Tivoli, soleva raccogliere in brevi appunti, le sensazioni e le emozioni di quell’età adolescenziale, cosi’ piena di terremoti interiori, e di eruzioni sentimentali e improvvise, che segnarono per sempre la sua esistenza. Ivi conobbe il suo primo, platonico amore. Tale Rina da Ostia, che avezza all’arte della fellatio e artigiana seghina rinomata sin dai primi anni del secolo, strongò sul nascere la carriera al piccolo genio procurandogli traumi fisici e psicologici che ne segnarono l’intera esistenza.
Scoregge sotto vuoto
In questa raccolta, il Pistellacci, esprime con sincerità i suoi più nascosti sentimenti, le sue più proibite contraddizioni, il suo più grande genio poetico e ci appare nella sua innocenza giovanile e nella sua più esplosiva potenza.
In questa poesia, il Pistelacci, esprime tutta la sua voglia di astratto. Non c’è alcun fine fisico alla sua fantasia. Solo di teoria è fatto il suo universo.
Passione
Di te soltanto cerco il sentimento.
Tu mi accendi spirto e anima.
Me la dai??
No!
Ciao!
In questa poesia il Pistelacci esprime tutta la sua spontaneità, che non lascia spazio a interpretazioni biforcute, e di questo suo viaggio onirico ci propone le sensazioni fatte suono.
Sonno
Fhhhhhhhhh!!!!!!!!
Prrrrrrr!!!!
In questo periodo il Pistelacci, entra a contatto con l’universo femminile, rimanendo profondamente segnato dalle avances di Rina.
Seduti in riva al mare con Rina
Eugenio a che cosa pensi ?
Ai pescatori.
Fenocchio!
Dopo lo prima prima scottatura, il Pistelacci prende le dovute distanze, ed escogita piani di difesa, per non farsi prendere per il culo da Rina.
Riseduti in riva al mare con Rina
Eugenio, a cosa pensi??
All’infinito.
Sempre più fenocchio.
Alla terza seduta, il Pistelacci rompe gli indugi. Dopo due delusioni, si sente pronto a a competere psicologicamente, con la più esperta Rina.
Ancora seduti davanti al mare con rina
Eugenio a cosa pensi???
Cazzi tua mai???
Questa risposta durissima del Pistelacci, frantuma la sicurezza psicologica di Rina, che comincia a sentirsi attratta fisicamente dal giovane eugenio. Innumerevoli i tentativi della giovane donna di conquistare l’amore fisico del Pistelacci, che per punto d’onore, declina le oscene proposte di Rina.
Notte
Eugenio, sono io.
Sto a pià foco.
Casa tua a roppe i colioni.
Convinto del cieco amore della donna, il Pistelacci è pronto a soddisfare le esigenze fisiche di Rina, e abbandonando la concezione platonica dell’amore, si lascia conquistare dai piaceri terreni con assoluto fervore e trasporto, dando il meglio di sè in tutte le occasioni.
Per te porcona
È nei tuoi occhi la virtù più bella.
Ti sbagli rina, è nella patuella.
Convinto che rina dica solo cazzate, Eugenio trova il rimedio per zittirla una volta per tutte
Ti strozzo
Rina, parlami. Di’ qualcosa.
Coff ! Coff ! Non je la fago.
Alla fine della vacanza a Fregnasecca, il Pistelacci realizza il vacuo calore di un momento, e chiaro appare ai suoi occhi e al suo cuore, che i momenti di fuoco vissuti con Rina appartengono già al passato. Quest’ultima lirica, è un passo essenziale della poesia di eugenio, duro fuori, tenero dentro, che segna il passaggio del giovane poeta dall’ermetismo puro al verismo più spietato.
Per te rina
Questo ti do, rina.
Se non ti basta, c’è la prolonga.