Caccole in viaggio

 

Gli eredi, che abitano in Toscana, in una villa lasciata in eredità dal poeta, in località Rocca Smaltata in provincia di Siena, ci hanno concesso l’onore di farvi conoscere una raccolta ancora sconosciuta del pistellacci. Attualmente gli eredi Adelaide e Genesio Pistellacci sfortunatamente si stanno scannando con i parenti per dividersi un’eredità di 150 euri.

 

Caccole in viaggio

 

Eugenio, che nella fase della sua vita più scazzata, convinto che la ragione fosse sempre e soltanto dalla sua parte, assume toni superbi e scostanti, arroganti e giustizialisti, irriverenti e vattafandelc...

 


 

L’incontro è la prima lirica di questa nuova raccolta del poeta, in questa lirica il Pistellacci esalta il valore della buona educazione e del rapporto umano.

 

L’incontro

Piacere.

Ruuuuuuuuuutt ! Soltanto il tuo.

 


 

In questa seconda poesia il Pistellacci esprime tutta la sua voglia di confrontarsi democraticamente con le persone, per scambiare pareri ed arricchirsi interiormente l’un l’altro.

 

Il dialogo

Parlo solo io.

Tu non capisci un cazzo.

 


 

Nasce in questo particolare periodo della vita del Pistellacci, la passione per l’onanismo sfrenato. La sgrizzofrenia sta avanzando e dà vita a questa splendida lirica.

 

Tutto in un attimo

Godimento (vocale).

 


 

In questo periodo Eugenio scopre anche di possedere una doppia, ambigua personalità. Quello che aveva sempre negato a se stesso di essere, prepotentemente viene a galla.

 

L’altro me stesso

Pederasta? Giammai.

Forse.

Assolutamente no.

Magari.

Eugenio.

Eugenia.

 


 

In preda a una forma maniacale di ricerca dell’infinito, Pistellacci scruta al di la della siepe, come il Leopardi, volgendo lo sguardo verso orizzonti lontani.

 

Cerco lo spazio dentro me

Chiappe flosce sulla bianca tazza.

Di chi sono questi peli neri.

Uragano di sentimenti intestinali.

Sforzo (vocale).

Vai per la tua strada.

Ho trovato lo spazio dentro me.

Stronzo!!!!

 


 

Preso da una crisi di megalomania, il Pistellacci lancia un’invettiva contro l’intera umanità, rea a suo parere, di non aver compreso il suo genio artistico e di mostrare insensibilità verso il suo mondo.

 

Colpo che te pia...

Cazzo voi?

Dici a me?

Cos’è guardi?

Ah, mi ero sbagliato.

Il mondo.

Stranissimo luogo.

Di merda.

Anche.

Che vita.

Che vita.

Voi tutti ugali.

Io diverso.

Fuori.

Dentro.

Da una parte.

Via, via.

La polizia.

Sono solo con voi.

Con me.

Con tutti.

Con chi.

Chi c’è intorno a me.

Chi è.

Ah?

Il cazzo.

 

Dopo questa poesia il poeta venne internato nel manicomio di Nerchiasecca, dal quale non uscì più. Le sue crisi mentali ed esistenziali tolsero all’arte uno dei talenti più puri e alti dello scorso secolo. Si sa per certo che il Pistellacci scrisse anche negli anni della reclusione, dando vita a degli scritti di valore assoluto, dei quali si perse traccia. Ma mai mettere un freno alla provvidenza. Un secondino del manicomio ha promesso di donarci, e ridare quindi luce, a nuovi, inediti scritti che ci riserviamo di farvi conoscere nell’immediato futuro.